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Edizione 2021
LA METEORITE "CAVEZZO"
Dal 1° al 3 ottobre la meteorite “Cavezzo”, ritrovata a Capodanno 2020 grazie ai calcoli della rete PRISMA e depositata presso il Museo di Scienze Planetarie di Prato , sarà espostaall’annuale EuroMineralExpo di Torino.
Il nome: CAVEZZO fa riferimento al luogo , in provincia di Modena, dove il 4 gennaio 2020 furono ritrovati i frammenti della meteorite.
La classificazione: si tratta di una Condrite L5, cioè con basso contenuto di ferro, che presenta però delle caratteristiche peculiari tali da essere considerata anomala. È finora unica nel suo genere tra le oltre 64000 meteoriti catalogate.
«La particolarità di questa meteorite è dovuta a vari fattori, tra cui la marcata differenza petrografica, mineralogica e geochimica che si può riscontrare tra i due frammenti rinvenuti » sottolinea il Prof. Giovanni Pratesi, Unive rsità di Firenze, responsabile della campagna di studio della meteorite.
LA METEORITE CAVEZZO
In Italia si ha notizia di una quarantina di ritrovamenti di meteoriti negli ultimi secoli, tutti casuali eccetto la “ meteorite Cavezzo”, caduta il giorno di Capodanno del 2020 e ritrovata qualche giorno dopo proprio sulla base delle indic azioni fornite da PRISMA .
Si tratta infatti del primo esempio italiano (e uno dei pochissimi a livello internazionale) nel quale si è potuto prevedere la zona di caduta del corpo celeste e ottenere il ritrovamento dopo breve tempo, rendendo così possibile l’esame scientifico di una “meteorite fresca”, cioè caduta da poche ore e quindi pressoché incontaminata dall’ambiente terrestre.
L’eco del ritrovamento sui media è stato tale da generare un notevolissimo numero di accessi al sito Media Inaf (curato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, punto di riferimento per le news astronomiche), che ha superato i 500.000 accessi nei giorni a cavallo della notizia.
PER CONTRIBUIRE AL PROGETTO PRISMA
PRISMA, in collaborazione con l’ Associazione Meteoriti Italia, ha lanciato una campagna di crowdfunding per finanziare l’ estensione e il completamento della rete di telecamere.
È possibile contribuire sulla piattaforma www.retedeldono.it cercando il progetto Sentinelle dello Spazio.
Link diretto alla campagna:
Leggi l'intera presentazione del progetto QUI
CONFERENZA: Guardando ai Pianeti
dal Planetary Mineral Database al Machine Learning nel programma PANGAEA dell'Agenzia Spaziale Europea.
Relatori:
Igor Drozdovskiy, responsabile del Mineralogical Database di ESA PANGAEA, Agenzia Spaziale Europea (ESA)
Francesco Sauro, Direttore programma PANGAEA, Agenzia Spaziale Europea
Sabato 2 ottobre
Orari: 11,00 e 15,00
Nel 2016 l’ESA – Agenzia Spaziale Europea ha avviato il programma PANGÆA (Planetary ANalogue Geological and Astrobiological Exercise for Astronauts) dedicato alla formazione degli astronauti nel campo della geologia planetaria. Il corso permette agli astronauti e ad altri attori delle future esplorazioni spaziali di studiare diversi siti europei con caratteristiche analoghe a terreni geologici lunari e marziani. L’ultima fase del corso si è svolta nell’Isola di Lanzarote, considerata un eccellente analogo della Luna e di Marte per il vulcanesimo, in particolare con esempi di idrotermalismo e attività freatomagmatiche che sono comparabili a processi osservati nelle zone vulcaniche di Marte. In questa fase del training gli astronauti svolgono dei veri e propri “traversi” con l’obbiettivo di campionare e documentare i siti e di ottenere informazioni geologiche rilevanti, in modo da fornire agli scienziati elementi importanti per comprendere i processi attivi in passato. Tali attività avvengono secondo specifiche procedure di documentazione dei siti di campionamento e dei campioni stessi e permettono di avere un quadro generale della geologia delle aree studiate. Una volta terminato il corso, i campioni raccolti sono resi disponibili a diversi enti e soggetti di ricerca che possono approfondire lo studio con analisi di laboratorio. I risultati qui presentati riguardano uno dei principali “traverse” affrontati dagli astronauti, il cono di scorie di Tinguatón nel Geoparque di Lanzarote (Isole Canarie, Spagna), formatosi durante l’ultima attività magmatica registrata nell’isola. Le testimonianze storiche riportano un’attività tardiva idrotermale con la formazione di geyser, la cui presenza passata è rintracciabile anche nelle specie mineralogiche presenti. Questo studio si è quindi focalizzato nell’identificazione dei principali minerali caratterizzanti i campioni raccolti dagli astronauti nel traverse al sito di Tinguatón svolto nella missione del novembre 2017 e presenta il ritrovamento di alcune fasi mineralogiche non ancora segnalate per la località e/o per l’Arcipelago delle Canarie.
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